Caratteristiche tecniche
Anno di produzione: 1955 … 1958
Velocità di scorrimento: 4,75 – 9,5 cm/s
Diametro massimo bobine: 8,3 cm
Tracce: 2 mono
Testine: 2
Valvole: 12AX7 – 35D5 – DM70
Risposta in frequenza
dal libretto di istruzioni originale
Velocità 4,75 cm/s – 1 7/8 IPS: 100 … 4500 Hz
Velocità 9,5 cm/s – 3 3/4 IPS: 80 … 6000 Hz
La prima versione di questo registratore viene prodotta nel 1955, le sue piccole dimensioni lo faranno essere l’oggetto del desiderio da parte di tutti. Il design estetico è molto innovativo e presenta anche una certa facilità di utilizzo. L’audio è gradevole grazie alla valvola finale UL 41.
Nei modelli prodotti dal 1957 circa, ci sono alcune piccole leggere differenze sullo schema elettrico, ma la sostanza resta la stessa; viene usata la valvola 35D5 come finale audio e oscillatore ultrasonico per la premagnetizzazione in fase di registrazione.
Esiste anche il modello G 255 U, dedicato alle dattilografe e agli impieghi in ufficio, ottimo dittafono con comando meccanico a pedale per consentire una rapida gestione del play-pausa e riavvolgimento; aveva due velocità, quella standard a 4,75 cm/s e poi una a 5,5 cm/s per poter riascoltare il parlato a velocità sostenuta per rileggere le trascrizioni. Si poteva fare anche l’opposto, ossia registrare a 5,5 cm/s e riascoltare a 4,75 cm/s al fine di comprendere meglio le parole.
Nel complesso si tratta di un bel prodotto, tra i primi ad essere diffusi su larga scala, nonostante il costo elevato, di L. 42.000 che corrispondono grossolanamente a circa 600 Euro rapportato ai giorni nostri.
Dentro il registratore
La parte meccanica è molto semplice, ma bisogna tener conto di alcuni accorgimenti appena terminato l’ascolto, prima di riporre il registratore.
In questo modello, la posizione di stop non disarma i ruotismi ed i movimenti, ma spegne solo il motore. Bisogna mettere “in folle” il commutatore del cambio di velocità e tenere premuto il tasto giallo del riavvolgimento; in questo modo si sganciano tutti i ruotismi e si evita la formazione delle fastidiose “tacche” sulla superficie gommata.
L’elettronica è estremamente miniaturizzata, per quel periodo storico in cui è stato prodotto, le valvole ed i condensatori dell’alimentatore sono alloggiati nella parte inferiore. Fare molta attenzione perché il telaio è sotto tensione, quindi occorre usare un separatore di rete per poter effettuare misure e controlli vari; il 255 infatti usa il motore come auto-trasformatore con a massa un polo della rete elettrica di alimentazione.
L’uscita audio è gradevole ed anche potente, grazie alla 35D5 utilizzatissima a fine anni ’50 anche su apparecchi radio; può erogare fino a 2 W.
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Bollettino Geloso n. 68 – Estate 1957