Caratteristiche tecniche
Anno di produzione: 1955 – 1959
Velocità di scorrimento: 4,75 – 9,5 cm/s
Diametro massimo bobine: 18 cm
Tracce: 2 mono.
Testine: 2
Valvole: ECC 83 – ECC 82 – EL 84 – 6E5
Veniva annoverato tra i magnetofoni “semi professionali”, categoria di cui faceva parte il fratello maggiore G 250 N. Il G 252 N era un prodotto destinato agli appassionati di alta fedeltà, anche se le velocità di scorrimento non erano propriamente adatte per avere un ottima risposta in frequenza.
Secondo l’Azienda lo scopo del G 252 N era di ottenere registrazioni a lunga durata, sfruttando le grosse dimensioni delle bobine (18 cm). Un ottimo intuito, però con moltissime lacune a livello progettuale sia meccanico che elettronico.
Più versioni
Esistono 3 versioni della parte elettronica, tutte comunque molto simili come resa qualitativa, tranne probabilmente la prima dove era stato messo il pentodo EF 86 come preamplificatore del segnale in arrivo dalla testina.
La meccanica
Innovativa per la Geloso, che introduce due motori: uno per il trascinamento del nastro e l’altro per le funzioni di recupero e di avanti rapido e riavvolgimento bobine. I comandi sono molto semplici e affidati ad un unica manopola rotativa che svolge tutte le funzioni.
Come in quasi tutti i magnetofoni Geloso, la posizione di “stop” non disarma mai i ruotismi dai rispettivi motori, per cui se non si usa spesso l’apparecchio, si forma una “tacca” sulle ruote gommate in presenza dell’alberino del motore. In parte si poteva ovviare a questo problema, mettendo “in folle” il trascinamento posizionando il selettore di velocità a metà corsa. Resta però il problema dell’altro motorino che restava comunque “armato”: bastava un semplice filo, simile a quelli usati per le scale parlanti delle radio, da collegare tra il commutatore delle funzioni (riprod. stop. ecc) e la parte superiore dell’elettromagnete di attivazione di avanti rapido/riavvolgimento.
Di sicuro sarebbe stato più semplice usare 3 motori: uno per il trascinamento del nastro e gli altri direttamente montati sugli alberi di trazione delle bobine, con una piccola e semplice rete di reostati o eventuali prese intermedie degli avvolgimenti dei motori stessi, si poteva dosare la forza della bobina di recupero e la velocità di riavvolgimento del nastro. Questa idea verrà messa in pratica nel 1961 dalla Nuova Faro, azienda fondata da Remo Ruschetti con sede a Omegna in Piemonte, per la serie di registratori NF (NF 300 e 333).
Qualità audio
Non si può parlare di alta fedeltà, poiché la risposta in frequenza dichiarata era ben al di sotto di molti altri competitor del periodo.
G 252
Vel. 4,75 cm/s – 80 Hz … 4500 Hz
Vel. 9,5 cm/s – 70 Hz … 9000 Hz
Philips EL 3536
Vel. 4,75 cm/s – 50 Hz … 8000 Hz
Vel. 9,5 cm/s – 30 Hz … 14000 Hz
L’equalizzazione risulta essere eccessivamente “mediosa”, come in moltissimi altri magnetofoni Geloso, nonostante in azienda ci fosse già un’esperienza qualitativa nella costruzione di amplificatori audio di alta fedeltà.
Il confronto può essere fatto ad esempio con il Grundig TK 819, o con il Philips EL 3536 prodotti nello stesso periodo, ma che hanno una resa audio completamente diversa e superiore, con un ottimo controllo toni in riproduzione.
Probabilmente anche la testina gioca la sua parte, infatti quella montata sul 252 è il modello che poi verrà utilizzato su tutti gli apparecchi valvolari, ed è diversa da quella che troviamo sul 250, che doveva essere di qualità migliore visti i dati tecnici di risposta in frequenza.
Una mossa molto strana a livello aziendale
Escono negli stessi anni due modelli molto simili, G 250 e G 252. Sarebbe stato molto più interessante e anche più appetibile sul mercato proporre un modello con 3 velocità, sfruttando l’esperienza della costruzione degli amplificatori per garantire un audio ad alta fedeltà.
Per avere un’idea del costo riservato a pochi eletti, il G 252 da listino costava 119.000 Lire nel 1957; da notare che la Fiat debutta con la mitica 500 proprio in quell’anno al prezzo di lancio di 495.000 Lire.