Caratteristiche tecniche
Anno di produzione: 1968
Velocità di scorrimento: 4,75 – 9,5 cm/s
Diametro massimo bobine: 11 cm
Tracce: 2 mono
Testine: 2
Transistor: BC 113 – BC 225 – AC 141 – AC 142
Risposta in frequenza
dal libretto di istruzioni originale
Velocità 4,75 cm/s – 1 7/8 IPS: 70 … 8500 Hz
Velocità 9,5 cm/s – 3 3/4 IPS: 60 … 15000 Hz
L’ho trovato in buone condizioni, nonostante alcune rotture in corrispondenza del coperchio e in alcune parti del mobile. Molte sono riuscite a restaurarle senza che si notino, tranne le cernierine del coperchio su cui ho optato per un restauro con colla a caldo trasparente.
L’amplificatore audio a bordo, eroga 1,5 W grazie alla coppia di finali AC 141 e 142, con un suono gradevole. La qualità di registrazione è buona, per le velocità di scorrimento del nastro utilizzate.
Funziona con 8 batterie mezzatorcia da 1,5 V; oppure si possono usare i due cavetti di alimentazione: uno per la rete a 220 V oppure l’altro da collegare al 12 V dell’auto o fonte esterna.
Il circuito è molto molto simile al Geloso G 570, azienda con cui la Magnetofoni Castelli aveva stretto un accordo commerciale negli anni ’50 per la produzione di registratori a nastro.
Differisce dei connettori per il microfono e per la cuffia, poi il tipo di coperchio, la maniglia che in questi apparati è fissa ed ancorata al mobile; cambia anche il layout grafico dello strumentino di misura usato per il livello di registrazione e della batteria. Generalmente ha una veste diversa, anche per i tasti di comando, qui sono bianchi e quello rosso per la registrazione.
Il restauro
La parte più critica è rappresentata dal motorino a spazzole.
Come gli strumentini a lancetta, erano costruiti dalla Elettronica Trentina di Cavareno (TN), azienda fondata proprio da Arrigo Castelli.
All’epoca erano assolutamente innovativi, di piccole dimensioni rispetto ai competitor stranieri e dalle grandi prestazioni; però purtroppo il tempo gioca brutti scherzi e a seconda di come è stato conservato l’apparecchio c’è il rischio di trovare le spazzole rovinate oppure con i carboncini esauriti.
Nel mio esemplare sembrava essere in ottime condizioni, ma la velocità ogni tanto subiva strane riduzioni per poi tornare corretta. Ho letteralmente sudato freddo per smontarlo: con dell’alcool etilico alimentare puro ho ripulito i contatti del rotore, lubrificato con una piccola goccia di grasso l’alloggio che funge da cuscinetto, poi ho regolato le spazzole dando loro una pressione più efficace; per evitare che lo statore si muovesse ho fissato con del nastro adesivo tagliato in altezza su misura, poi ho ricollocato la calotta in rame.
Il regolatore di velocità 580110 funziona egregiamente, anche se conviene sempre smontare il trimmer bianco per ripulire il contatto del cursore che purtroppo col tempo si ossida, dando spettacolo con dei falsi contatti. Lo schema è semplicissimo con due transistor (driver e transistor di potenza), ma consente di ottenere bei risultati di stabilità. Lo troviamo in moltissimi apparecchi Geloso e Castelli. Occhio però a non fare cortocircuiti sul motorino!
Ho ricostruito il condensatore sull’alimentazione, purtroppo stava perdendo del liquido e stava salendo il classico ronzio dell’alternata durante l’ascolto.
Complessivamente aveva un design estetico molto accattivante ed avveniristico per quei tempi, anche la custodia era fatta in finta pelle, tessuto e plastica; nel laccio della tracolla trova posto una tasca porta microfono. L’apparecchio funziona anche con la custodia inserita, grazie ad alcune parti apribili.
Il microfono suona molto bene, ed ha il telecomando a bordo, che consente di gestire rec/pausa molto semplicemente; per regolare il livello audio di registrazione corretto basta schiacciare il tasto rosso (con la pausa inserita) ed agire con il comando volume osservando lo strumentino a lancetta.